Nel tardo 2010 ho ricevuto una e-mail da un’educatrice italiana, che mi chiedeva aiuto per una formazione, su base volontaria per educatori e bibliotecari del Cecilia Youth Centre in Malawi.
Da un po’ di tempo pensavo ad un’esperienza simile e, finalmente, la mia chance sembrava arrivata.
INFORMAZIONI UTILI SUL MALAWI
Il Malawi è uno dei sei paesi più poveri al mondo. L’aspettativa di vita è di 41 anni e il tasso di mortalità infantile è altissimo. La percentuale di malati di Aids è tra le più elevate al mondo, è presente una delle forme più maligne di malaria, oltre che alle comuni patologie come la febbre tifoide, la meningite e l’epatite A, il colera.
L’economia si basa soprattutto sull’agricoltura (tè nel nord; tabacco, cotone, canna di zucchero, riso e sorgo nel centro e sud del Malawi).
La farina di mais è utilizzata per cucinare la polenta che rappresenta il piatto principale, insieme ai fagioli.
In Malawi l’educazione primaria non è obbligatoria, anche se la Costituzione richiede che almeno tutti abbiamo frequentato cinque anni di scuola. Le scuole del governo ospitano da 100 a 200 alunni per classe.
Non esistono scuole materne statali, sono gestite esclusivamente da ONG e missionari.
Non è prevista neanche una formazione specifica per le insegnanti della scuola primaria, che solitamente hanno conseguito solo il diploma di maturità.
I Padri Monfortani che mi hanno ospitato, gestiscono diverse missioni; io ho alloggiato a Balaka, a sud del lago Malawi, dove si trova la comunità più grande. Qui sono state realizzate molte opere: oltre al Cecilia Youth Center, una clinica ospedaliera, un’azienda alimentare che produce marmellate e formaggi, la cooperativa Chifundo che produce oggetti di artigianato locale e farmaci tradizionali, la Casa a Metà Strada (casa alloggio per ex prigionieri che ricevono una formazione di base), un Centro di formazione per donne gestito dall’organizzazione delle donne cattoliche, la casa editrice Montfortmedia con tipografia annessa, Luntha TV che trasmette in quasi tutto il Malawi, diverse scuole materne ed elementari e la Cooperativa Andiamo che sostiene una scuola e un centro professionale.
CECILIA YOUTH CENTRE
Il Cecilia Youth Centre (C.Y.C.) è un centro diurno, progetto dei padri missionari Montfortani, nato circa sei anni fa, grazie al contributo di una coppia di Bergamo che aveva subito la grave perdita della figlia Cecilia in seguito ad una meningite non diagnosticata. Come risposta per elaborare il loro lutto hanno deciso di dedicare un po’denaro e tanto tempo a bambini bisognosi di loro, che avevano perso uno o entrambi i genitori e che avevano bisogno di sostegno educativo.
Il C.Y.C è ora gestito da quattro educatori a tempo pieno e due bibliotecari, responsabili della biblioteca, aperta tutto il giorno, frequentata soprattutto da studenti della scuola secondaria che hanno bisogno di un posto tranquillo per studiare e i libri di testo che non trovano a scuola.
Dal momento che la maggior parte delle scuole funzionano su turni, uno al mattino e l’altro al pomeriggio, tutti gli studenti possono fruire del servizio.
Il centro giovanile accoglie bambini dai tre ai venti anni che provengono dai villaggi circostanti, i più grandi portano i fratelli più piccoli a volte anche sulla schiena.
Le attività sono pomeridiane (il sabato dalle 8.30 alle 17.00); durante i mesi di vacanza il centro è aperto anche alla mattina e organizza attività per l’intera giornata. Le proposte creative si alternano a momenti di narrazione, giochi di ruolo, ad attività espressive come le danze tradizionali e giochi di movimento, a sport per adolescenti (tennis, pallavolo, basket, calcio) e lavoro donato alle persone bisognose nel vicinato, il lavoro della Carità.
L’educazione alla salute è una delle tematiche principali, trasversali a tutte le attività così come l’educazione ambientale e al rispetto al diverso. La frequenza alla scuola e i buoni risultati sono l’obiettivo grande da perseguire. La maggior parte dei bambini va a scuola e quando i genitori sono in difficoltà nel pagare la retta, il centro concede borse di studio. Nella libreria è stato attivato anche un corso di computer, molto ambito dagli adolescenti.
Più di 200 bambini arrivano ogni giorno per partecipare alle attività e fanno fatica ad andarsene alla sera, tipica la loro frase “tanto a noi non ci bada nessuno”.
Durante le loro vacanze estive, natalizie e pasquali il CYC organizza campi gioco-lavoro che raccolgono 400 bambini, nel 2012 le iscrizioni raccolte sono state 500.
Da qui la richiesta specifica di un corso di formazione per un gruppo di giovani, futuri assistenti del campo estivo. Anche gli educatori assunti necessitavano di un corso di formazione completo e applicabile alle diverse fasce d’età, avendo ricevuto negli anni da volontari italiani suggerimenti e formazioni discontinue.
OBIETTIVI DELLA MIA PROPOSTA
Ho suggerito di introdurre giochi cooperativi e Brain Gym come strumento per un sostegno educativo. La proposta è stata accolta con entusiasmo e la mia avventura è iniziata il 22 maggio 2012.
Il percorso di formazione è stato strutturato per gli educatori del C.Y.C. per le maestre d’asilo e per i giovani.
CON GLI EDUCATORI : CORSO DI BRAIN GYM® 101
Gli educatori erano entusiasti di ricevere un training completo spendibile nel loro contesto educativo. I movimenti di Brain gym oltre che divertire, possono aiutare i bambini ad imparare più facilmente. Hanno potuto sperimentare direttamente riproponendo al pomeriggio le attività imparate al mattino.
Uno degli educatori ha praticato i quattro movimenti “Pace” con la sua famiglia, e ci raccontava come i suoi bambini fossero più calmi e concentrati. Tutta la famiglia ha sentito l’immediato beneficio dei movimenti di Brain Gym.
Gli educatori inoltre hanno potuto consolidare la nuova tecnica partecipando ai momenti di formazione con gli insegnanti di scuola materna. Nonostante tutto, durante la verifica finale, è emerso il bisogno di aver più tempo per consolidare i nuovi apprendimenti.
CON LE MAESTRE D’ASILO: CORSO DI GIOCHI COOPERATIVI E BRAIN GYM®
Durante questa formazione mi sono concentrata sulla combinazione di attività cooperative giocose e alcuni movimenti di Brain gym.
I movimenti PACE erano il nostro rituale di apertura in ogni sessione. Abbiamo giocato con il disegno: con il movimento a specchio, nell’aria, sulla carta. Abbiamo giocato con l’ 8 dell’infinito, con il movimento del corpo, disegnandolo nel vuoto e sulla carta, abbiamo giocato con la fantasia, trasformandolo in farfalle elefanti, formiche.
Abbiamo combinato esercizi energetici, movimenti di allungamento, movimenti della linea mediana per rinforzare, in modo divertente, ciò che avevano imparato precedentemente.
CON I GIOVANI ASSISTENTI: CORSO DI GIOCHI COOPERATIVI
Gi educatori hanno scelto un gruppo di diciotto adolescenti da formare nei giochi cooperativi, per essere preparati per l’imminente centro estivo, per il quale aspettavano 500 bambini.
La formazione si concentrava su giochi senza vincitori per gruppi diversi d’età, in diverse situazioni e con diverso numero di partecipanti.
Il concetto dei giochi cooperativi non era familiare per questi ragazzi, calcio e pallavolo erano i loro preferiti.
Ho potuto osservare che vincere o perdere non era un gran problema per questi bambini, anche se c’erano a volte piccoli litigi sull’esito dei giochi, con chiassose discussioni. Era importante per i giovani conoscere giochi adatti per bambini più piccoli e dovevano essere loro per primi a praticarli. Mi sono stupita dell’entusiasmo che hanno mostrato nel giocare quando, sono certa che coetanei occidentali avrebbero considerato i giochi stupidi, noiosi e per piccoli.
Questi giovani hanno mostrato un grande senso di responsabilità e maturità. Quando hanno messo in pratica i giochi imparati con un gruppo di 160 bambini, durante l’attività dell’ultimo sabato, hanno scoperto il valore di questi giochi. È stata una gioia immensa vedere l’impegno e la cura di verso i piccoli durante le due ore e mezza di gioco, sotto un sole cocente, in un campo di calcio polveroso e senza ombra.
PUNTI DI FORZA, SFIDE E PROSPETTIVE FUTURE
I punti di forza sono stati la giocosità e l’attenzione che il gruppo di insegnanti, educatori e animatori hanno mostrato durante il training.
Ho visto raramente giocare con tale intensità e autenticità, senza alcuna preoccupazione a chi poteva vedere e quindi pensare.
Per me è stata la prima esperienza d’insegnamento in un contesto non europeo, così povero e molte sfide mi aspettavano.
La conoscenza della lingua inglese è piuttosto scarsa perché, anche se l’inglese fa parte del programma scolastico, non viene parlata nella vita quotidiana. La comunicazione non era difficile ma lo diventava quando si trattava di spiegare concetti più complessi. Ho incoraggiato la traduzione nella lingua chichewa e questo ha funzionato.
L’insegnamento in Malawi è ancora un apprendimento meccanico attraverso la ripetizione verbale, con pochissimi sussidi visivi; lavagne e gesso (quando ci sono) hanno scarsa qualità e a volte si fa fatica a leggere ciò che è stato scritto, la poca luce diurna nei posti chiusi e l’assenza di elettricità è sicuramente complice alla scarso livello di apprendimento.
La tradizione impone (anche alle scuole materne), che la lezione sia un momento molto serio e strutturato in cui si debba stare seduto in silenzio, senza porre domande. Matite e quaderni spesso mancano. Questo tipo di situazione di apprendimento produce degli osservatori attenti che fanno le cose copiandole ma “dormienti” che non si pongono domande su quello che succede intorno a loro.
In questa prima esperienza ho visto crescere molti germogli, ma c’è ancora molto da fare per quanto riguarda la formazione degli insegnanti.
Ho intenzione di ritornare nel maggio 2013.
RICHIESTA DI AIUTO PER REALIZZARE UN SOGNO
Il sogno è una “Sala Polivalente” per giochi, incontri, dibattiti ed eventi.
Gli spazi attuali sono diventati troppo piccoli per il sempre crescente numero dei bambini che hanno trovato una casa nel centro.
La sala sarà utilizzata dai piccoli e dagli adolescenti anche per attività ricreative, di movimento e di manualità, in modo che si differenzino gli spazi e nella biblioteca possano studiare in tranquillità. Sarà anche un luogo di riparo nei lunghi mesi della pioggia.
Il terreno è già disponibile adiacente al centro; i genitori dei bambini si impegnano a far cuocere i mattoni e a procurare la sabbia al fiume.
Con la generosità di tanti, tutti insieme possiamo aiutare i bambini della Casa di Cecilia a realizzare il loro sogno.
Contributi, di qualsiasi cifra, possono essere versati sul conto corrente dei Missionari Monfortani di Bergamo
Responsabile diretto: Padre Piergiorgio Gamba, P.O.Box 280, Balaka. montfortmedia@gmail.com
Missioni Monfortane Onlus, Bergamo tel 035-4175119 onlus@missionarimonfortani.it
Riferimenti bancari: Banca Popolare di Vicenza (agenzia di Bergamo)
IBAN IT-65-R-05728-11116- 818570002592
Rispondi