Fred Donaldson, pedagogista e ricercatore americano, durante la conferenza internazionale di Brain Gym® a Bali nel 2013 ci ha illustrato la sua trentennale ricerca sul gioco originario, termine da lui coniato per descrivere un determinato modo libero e spontaneo di giocare. Tutti gli animali di sangue caldo, incluso l’uomo, giocano per appropriarsi delle abilità necessarie alla sopravvivenza. L’invito a giocare sottosta ad un codice comune che si esprime nella postura, nello sguardo e nell’atteggiamento non aggressivo
Per Fred Donaldson il gioco è spontaneo, libero e non strutturato, con un alta componente di fisicità e viene dal cuore. Se una persona gioca col cuore non bada ai risultati, alla competizione; piuttosto gioca per il gusto di giocare di interagire con gli altri, cercando il contatto, toccando, rotolandosi e muovendosi alla stessa altezza del suo interlocutore: a gattoni con gli animali e i bambini; in piedi con gli adulti. Il gioco diventa così una danza d’energia, espressione di pura gioia e soddisfazione.
Fred, nella sua trentennale carriera di giocatore di cuore ha giocato con tutti i tipi di animali domestici e selvatici come lupi, orsi ma anche con leoni e tigri in cattività. Il suo approccio è sempre lo stesso: a gattoni, le braccia leggermente inclinate, il sedere più alzato e la testa inclinata sul lato; l’occhio sinistro guarda l’occhio sinistro dell’interlocutore. Si tratta della tipica postura d’invito a giocare che assumano naturalmente gli animali. Come partecipanti abbiamo potuto sperimentare l’effetto dello sguardo ed in effetti, guardando con il nostro occhio sinistro nell’occhio sinistro del partner la maggior parte di noi si sentiva a proprio agio e accolto dall’altro, mentre guardandoci occhio destro nell’occhio destro molti di noi hanno percepito un senso di minaccia come se guardassimo oltre e non vedessimo più l’altra persona nella sua totalità, ciò viene interpretato istintivamente come sguardo aggressivo.
In un altro sperimento Fred ci ha fatto spingere con il pugno nella mano aperta del nostro partner. L’ovvia reazione era che il partner ha posto resistenza inducendoci a spingere più forte, anche se non faceva parte della consegna. Abbiamo semplicemente riprodotto uno schema competitivo imparato. In secondo momento Fred ci ha invitato a rispondere alla spinta del pugno con un movimento fluido che ammorbidisce la spinta e fa diventare il movimento come una danza. Immediatamente si è creato un altro clima, la minaccia è diventata un gioco d’energia tra due persone. Alla fine ci siamo tutti seduti per terra schiena contro schiena a strofinarci l’uno contro l’altro in un unico grande groviglio di corpi gorgheggianti dalle risate. Giocando in questo modo ci sono tre regole fondamentali per noi adulti: niente, pugni e calci; niente solletico; niente presa forzata. Per i bambini non esistono regole. Siamo noi che dobbiamo re-imparare a muoverci con fluidità, a distinguere un tocco buono da quello cattivo, a riacquisire uno spirito gentile e la capacità di guardare oltre, abbandonare la tendenza all’autodifesa e sviluppare un senso di appartenenza e fiducia.
Se rispettiamo la prossemica nel gioco, cioè, ci mettiamo allo stesso livello del nostro interlocutore, possiamo giocare con chiunque risvegliando e appellandoci all’energia del cuore; in termini neurologici, all’energia dell’emisfero gestalt – camunamente il destro – che è orientato allo spazio, al contesto alla cooperazione e alla curiosità verso il nuovo.
Giocare in questo modo diventa una danza energetica tra due individui per il puro piacere di muoversi ed esplorare il mondo circostante insieme anziché una competizione in cui il più forte sopraffa il più debole.
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