In questi giorni di allarme generale, di notizie inflazionate contraddittorie attraverso i media e social, ho un bel da fare per rimanere equilibrata e salvaguardarmi, utilizzando tutto il mio buon senso. A volte mi sento completamente sopraffatta e letteralmente intossicata. Proprio in questi momenti mi viene in mente una cosa che ho imparato negli studi di Kinesiologia: ho sempre la scelta!

Ho la scelta di farmi travolgere dagli eventi e cadere in una immobilità depressiva oppure posso semplicemente accettare una situazione che non posso cambiare e attivarmi per fare le cose che ho lasciato da parte da mesi.
Se sono triste, ho la scelta tra crogiolarmi nella mia tristezza e commiserarmi, oppure accettare quello stato momentaneo, decidendo di sorridere comunque alla vita, essendo grata per quello che ho.
Ad esempio, se scoppia un incendio ho la scelta di rimanere inchiodata a vedere bruciare la mia casa oppure darmi da fare per spegnere il fuoco con i mezzi a mia disposizione e chiamare i pompieri.
E nel caso del Coronavirus ho comunque la scelta tra rimanere paralizzata dalla paura o rinforzare il mio sistema immunitario per avere più resistenza e rimanere in salute rispettando ovviamente le indicazioni nazionali.

Disegno a due mani di Sigrid Loos
Per quanto mi riguarda, ho scelto da tempo questa strada e prendo per tutto l’inverno la vitamina C ad alto dosaggio, ogni mattina un frullato di frutta fresca con un spicchio di zenzero, che tra l’altro metto anche nelle verdure o bevo come tisana. Per i malanni di stagione ricorro da sempre ai rimedi omeopatici e se mi viene la febbre alta lo prendo come un segnale del fatto che il mio corpo sta reagendo agli intrusi. Adotto la ricetta della nonna per abbassare la febbre: mi metto sotto una montagna di coperte, una borsa di acqua calda sui piedi, mi faccio sui polpacci gli impacchi di acqua fredda e aceto che cambio ogni ora. Bevo tanta acqua calda e se disponibile anche un bel the con rhum o meglio rhum con un po’ di the. L’alcool ammazza i germi! La mattina dopo la febbre è andata giù. Così mi sono curata anche in situazioni estreme: come nella formazione in Congo nel 2012 e durante una formazione in Trentino.
Ho imparato nella mia vita, in situazioni critiche come l’attacco allergico, di mantenere la calma, fare respiri profondi e aspettare che l’attacco passi. Forse per qualcuno sembrano consigli semplicistici. Mi piace condividere le mie esperienze personali, pensando che possano essere utili: ognuno naturalmente è libero di fare le proprie scelte.

Disegno a due mani di Sigrid Loos
Ricordiamoci però che la paura, in ogni caso, al di là del Corona virus, abbassa le difese immunitarie. Questo è noto nella medicina psicosomatica. Più temiamo di ammalarci più aumentiamo la possibilità che ciò accada. Paura e stress favoriscono la produzione dalle ghiandole surrenali dell’ormone chiamato cortisolo, il quale non solo diminuisce la potenza del sistema immunitario, ma è di per sé immunodepressivo.
L’antidoto alla paura sono la risata e l’allegria: in questo modo la produzione di cortisolo si riduce, favorendo la produzione di ossitocina, l’ormone che ci aiuta a rinforzare le nostre difese immunitarie.
Paura, ansia e stress ci tolgono letteralmente il respiro, cioè ci manca il fiato e i polmoni non ricevono sufficiente ossigeno. E così i virus hanno gioco facile.
Interessante è anche il fatto che il Corona virus possa creare infezioni nell’apparato respiratorio e nei polmoni. In Kinesiologia i polmoni rappresentano stima/autostima e valorizzazione. Quindi possiamo chiederci: cosa ci insegna questo virus? Cosa dobbiamo stimare/valorizzare di più nella nostra vita?
Quello che sta accadendo coinvolge tutti, nessuno è esente, al di là del ruolo sociale ed economico, ci mette sullo stesso piano, dandoci la possibilità di essere solidali. Siamo tutti interconnessi: questa è la prima cosa che possiamo imparare, ciò che accade all’altro riguarda anche noi, ci dobbiamo responsabilizzare a livello collettivo.
Solamente se impariamo ad avere responsabilità e consapevolezza collettive, abbiamo l’opportunità di uscire dal nostro individualismo. Tendendo la mano all’altro (in senso almeno metaforico, in questo periodo di restrizione di contatto fisico!), la tendiamo anche a noi stessi.
Riconoscere che siamo interconnessi, ci consente di abbandonare la paura, la paura dell’altro diverso da noi (in questo caso del portatore di Coronavirus), la paura del contagio e la paura di rimanere senza cibo.
Possiamo scegliere di essere sopraffati dalla paura di rimanere isolati, che in realtà ci allontana gli uni dagli altri nel nostro più profondo essere, oppure di sentirci coesi e solidali, aprendoci alla possibilità di vivere e amare, cogliendo l’unicità di ogni momento, perché l’opposto della paura è l’amore, per noi stessi e per l’altro.

Per quanto mi riguarda, io ho scelto la seconda possibilità, rinforzando il mio sistema immunitario anche con qualche movimento di Brain Gym®, “contagiando” gli altri solo col sorriso e l’allegria!
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