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Essere Luce, un racconto per illuminare tempi bui

Il periodo prenatalizio è da sempre caratterizzato dai scambi di doni. E così l’altro giorno, ho ricevuto un pacco di doni contenente anche un bellissimo racconto di Christine Sinnwell Backes, una Mamma e pedagogista tedesca che ha un blog pieno di proposte interessanti per stimolare la creatività dei bambini.
https://littleredtemptations.com/. Il racconto mi è piaciuto tanto così ho deciso di tradurrlo per renderlo accessibile anche al miei lettori. Buona lettura, meglio ancora a voce alta!

Era sera e faceva buio. Il bambino era coricato nel suo letto. La madre, in piedi accanto al letto era pronta a porgersi per darli il bacio della buonanotte. “Mama, devo farti una domanda prima che te ne vai.”

La madre sospirò. La giornata era stato lungo e faticoso e desiderava solo di poter riposarsi un po’. Indagando sulle solite tattiche ritardatarie messe in atto da suo figlio chiese: “Che c’è? Hai sete? Devi far pipi? Vuoi la luce notturna?“ “Luce, cioè, essere luce come si fa?“

La madre guardò il figlio pensierosa: “Che cosa intendi con ‘essere luce’?” Il bambino si raddrizzò nel letto: „la maestra oggi a scuola ha detto che dobbiamo essere luci per illuminare il mondo. E d’allora ci rifletto su come si fa.“ La madre sorrise al figlio: “Tu sei già la mia luce da quando sei arrivato in questo mondo. Dal primo momento hai illuminato il mio mondo.”

Il figlio guardò la madre scettico e rispose: “da stamattina ci sto pensando. Se c’è la luce c’è anche il buoi e in qualche modo mi sembra che ci sia più buoi che luce in questo mondo.” Aspettando, la madre era seduta sul bordo del letto, “ci sono tante guerre nel mondo, o il terrorismo. Poi l’ambiente soffre e tanta gente è povera. Ci sono tante malattie e tante sofferenze. Sai, se dobbiamo essere luce per illuminare il mondo non basta apparecchiare la tavola di mattina o salutare gentilmente i vicini!”

La madre esitò rispondere. Il bambino aveva ragione. C’era tanto buio nel mondo e in alcuni giorni anche lei aveva la sensazione che troppe preoccupazioni pesavano sulle sue spalle. “Ritorno subito“ disse e uscì dalla stanza. Quando tornò aveva in mano un lumino e una scatola di fiammiferi. “Spegni la luce sul comodino,“ disse e il figlio obbedì. La stanza era ora completamente buia. “Mamma, è tutto buoi, non vedo niente.”

La madre accensò la candela e la posò tra se e il bambino. “Vedi la luce qui è minuscolo e il buoi intorno è immenso. Eppure questo buio immenso non può farci niente contro il piccolo lume. La sua piccola fiammella è sufficiente per penetrare il buio.” Il bambino capì. “Così dovete essere luce. Non potete fermare il grande buio del mondo da soli. Però potete essere piccoli luci ovunque vi trovate, e far sì che le vostre piccole azioni penetrino il grande buio.”

Il bambino rispose raggiante: “Sai, Mama mentre guardiamo la candela illuminare il buio possiamo pensarci cosa fare domani per essere luce e per rendere il mondo più luminoso.”

La madre sorrise: “Si, lo facciamo. E domani ci prendiamo 3 candele e le regaliamo a delle persone che hanno bisogno di un po’ di luce nella loro vita. E raccontiamo loro la storia della piccola luce che può scacciare il buio. E magari qualcuno passa la sua luce ad altre persone ancora…“ Il figlio tutto entusiasta completò il pensiero: “e così avremmo scacciato il buio in tanti luoghi con la nostra piccola luce.” “Così lo facciamo!“ rispose la madre. “ma ora dormi, fai bei sogni.“

Giusto quando stava per chiudere la porta, la madre udì il figlio mormorare: “e insieme alla candela regalerò a qualcuno un sorriso.“ La madre si fermò e sorrise.

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